L’Editoriale

 

 

Mi concentrai.

Avevo a disposizione un tavolo, un foglio e una penna. Dovevo scrivere l’Editoriale e sentivo che stava per nascere qualcosa di eccelso. Forse il mio capolavoro.

Ero sul punto di generare una strabiliante, onomatopeica parola, quando…

… l’aria si fece densa; sentivo un percettibile odore di pagine ammuffite… Poi la vidi! Era terribile…

“Tu non scriverai l’Editoriale!”, disse con voce cavernosa. Agitava le sei braccia con veemenza, mentre la seconda bocca ripeteva la frase in controcanto.

“Ecco, dunque, a cosa sono giunti i miei redattori!”, esclamai. “Hanno persino invocato l’Oltretomba pur di lavorare meno.”

Non mi persi d’animo. Mi avvicinai alla libreria e presi uno dei miei libri di Magia Nera. Lessi a pagina tredici la formula per eliminare gli incantesimi dei redattori sfaticati e la sciorinai davanti all’orrida creatura, che non poté fare a meno di scomparire in preda ad atroci spasmi.

Tornai al mio capolavoro.

La mia penna descriveva con frasi eteree, il sublime contenuto del nuovo numero della rivista che sarebbe dovuta uscire di lì a poco, quando un improvviso colpo d’aria spalancò la mia finestra. Ebbi un sussulto.

Decine di riviste di fantascienza fluttuavano nell’aria e sembravano avanzare verso di me. Erano gli spettri di gloriose testate che avevano divertito e informato gli appassionati per anni.

“Tu non pubblicherai racconti migliori dei nostri!”, disse una di loro.

“Le tue recensioni non sono all’altezza”, fece un’altra.

“Articoli? Vorresti pubblicare articoli?”

Le riviste proruppero in una sonora risata.

Non mi lasciai certo impressionare. Tutti sanno che le riviste hanno il terrore delle enciclopedie ed io mostrai loro tutta la Treccani, compresi i volumi di aggiornamento.

Indietreggiarono in preda ad un evidente shock.

“O.K. Finalmente posso riprendere a scrivere in santa pace.”, dissi esausto e lasciai che la mia penna terminasse le ultime frasi dell’Editoriale; intanto io ascoltavo un po’ di musica e sorseggiavo il mio caffè.

Ah! Non vi ho detto che è una penna particolare; l’ho istruita a dovere: legge, parla, si ricarica persino da sola. E scrive tutto per me…